…quando il ballo compie il miracolo dell’amore PASSO A DUE…una storia vera

Tutto inevitabilmente era scritto tra le pagine della vita come una danza silenziosa che non ha bisogno di parole, poiché essa appartiene a colei alla quale già è destinata, così come un uomo è destinato alla sua donna in un ballo che non ha fine, fatto non solo di musica e colori ma di anima e corpo ed è sempre così che la paglia prende fuoco e arde di passione se la scintilla di uno sguardo attraversa i confini del cuore. Così ho conosciuto l’amore, il mio ballo proibito.

E’bastato un riflesso, un immagine dietro le mie spalle, ho sentito un brivido lungo la schiena, eppure faceva caldo, mi stavo allenando, ero sudata. Non era freddo quello che ho provato ma qualcosa che non riuscivo a definire, ero particolarmente stanca ma mai abbastanza per saltare le lezioni di latino americano, ballare mi ha sempre dato il modo di scaricare ogni tensione, ogni ansia, ogni vuoto che sentivo dentro da molto tempo ormai.

Ho usato la danza per sfuggire dai problemi e anche quella sera stavo annullando tutto cercando di non pensare a nulla. Eppure sentivo che non era una serata come tutte le altre, qualcosa stava accadendo, ma ancora non avevo capito che forse, proprio quella sera, ciò che avevo sempre agognato, immaginandolo con la fantasia, era lì ad un passo da me.

Non mi sono girata, guardavo il suo volto riflesso nello specchio, il mio corpo non aveva peso, fluttuava leggero seguendo la musica che entrava dentro di me penetrandomi l’anima, i miei piedi sollevati dal pavimento di legno continuavano il ritmo della danza, una rumba, il ballo dell’amore.

La magia era nell’ aria, sentivo come un filo invisibile, che giro dopo giro, mi stava delicatamente avvolgendo, ed io non facevo nulla per liberamene, come se quel filo fosse destinato a legarmi non per rapirmi o farmi prigioniera, ma per avvolgermi come fosse seta, quella di un baco, preziosa e delicata, ed io ne sentivo la forza, la tenacia, il calore. Ma quando finalmente decisi di girarmi per trovare il capo del filo ciò che vidi era il nulla, ti cercai nel riflesso dello specchio e anche lì non riuscii a trovarti, l’unica cosa che mi era rimasta era il calore della mia pelle che ormai era paglia bruciata e il manto di seta nel quale mi rifugiai per i giorni a venire.

Alla lezione successiva ero agitata, se ne accorsero tutti, continuavo a guardare la porta, a fissare gli specchi, a cercare non so neanche io cosa o chi, volevo rivivere quella sensazione, volevo rivedere quel riflesso, volevo girarmi in tempo prima che svanisse, volevo essere nuovamente avvolta dal filo invisibile di seta, fu un attimo, il tempo di una giravolta e tu eri lì accanto a me, non ebbi tempo per fare nulla i miei occhi erano già dentro i tuoi. La mia anima aveva scavalcato ogni barriera ed era andata oltre ogni confine, il mio cuore batteva all’ unisono con il ritmo sfrenato di una salsa, le mie mani erano sudate e fu in quel momento che ritornai un attimo in me stessa, quando ci presentarono, anche se non era necessario, perché chiunque tu fossi stato, eri già parte di me.

“Lui è Nicolò e sarà il tuo partner dalla prossima lezione” mi disse Teresa la proprietaria.

“Va bene”. Risposi, anche se dentro di me era un benissimo, anche se tremavo all’idea di toccarlo, anche se avevo paura, si perché solo in quel momento realizzai che io non potevo, non dovevo, io ero impegnata.

Cosa diavolo stavo facendo, ero impazzita, la realtà arrivò puntuale a buttare acqua su quel fuoco, la ragione fece capolino riportandomi con la testa per terra, ma il corpo continuava a non volerne sapere, angeli e demoni tutti attorno. Quella sera usci da scuola con un peso enorme sulle spalle, coscienza e incoscienza, passione e frustrazione. Telefonai a Marco, come per volermi pulire la coscienza di qualcosa che avevo fatto, si perché il senso di colpa per tutto ciò che avevo provato e anche solo pensato, mi stava togliendo il respiro, il panico di una colpa non commessa ma che avrei voluto commettere.  Un semplice “buona notte amore”, non bastò a placare il tormento che ormai mi era entrato nell’ anima.

Cercai di non pensare, i giorni a seguire li impegnai in ogni cosa possibile pur di non pensare, ma nello stesso tempo contavo le ore al nostro incontro, il nostro primo ballo insieme e ad ogni attimo di pensiero il mio corpo vibrava incondizionatamente.

Dovevo parlare con Teresa, io con Nicolò non ci potevo ballare, lui non era il solito partner di un ballo per una sera, lui era aria, ossigeno, fuoco e passione, lui era vibrazione e ansia, lui era ormai diventato il tormento della mia anima. Mai avevo provato tali sensazioni dimenticandomi completamente del resto del mondo, della mia vita reale del mio fidanzato che fino a quel momento pensavo fosse il mio destino.

Ma il destino è beffardo, era bastata una telefonata fatta a caso una sera ad un’amica, per ritrovarmi in quella scuola, ed era bastato un incontro di sguardi attraverso uno specchio per rimescolare le carte della mia esistenza.

Non ci fu bisogno di parole, arrivai puntuale, anzi in anticipo, il cuore batteva a mille, non riuscivo ad allacciare le scarpe per il tremolio delle mani, le mie gambe ballavano già da sole, il mio sguardo cercava attraverso le tende, che dividevano la sala con l’ingresso, due occhi neri come la pece, ma profondi come l’universo. E tu arrivasti ed io mi persi.

Teresa sorrideva compiaciuta, non aveva voluto sentire le mie ragioni, forse perché non ero stata abbastanza convincente, forse perché nemmeno io lo ero con me stessa, sta di fatto che ero lì proprio dove in fondo volevo essere.

La corrente era così forte che nel momento stesso in cui la sua mano prese la mia vidi come un fulmine passare nel limitato spazio che ancora ci divideva, e quando mi tirò a sé per avvolgermi nell’ abbraccio voluttuoso della danza, già di per sé armonica magia dell’amore, tutte le mie difese si dissolsero nello spazio circostante annullando ogni dimensione, eravamo noi e tutto il mondo fuori.

Leggera come una piuma, guidata dal vento mediterraneo caldo e pungente, trasportata nell’infinito spazio dove nulla aveva più senso. L’unica cosa che aveva senso era quello che stavo provando e lentamente scomparvero tutte le inibizioni e le paure, le incertezze e i dubbi, facendo sì che io non stessi solo danzando, ma in quel momento era come se si stesse svolgendo un rituale di corteggiamento, un atto d’amore cosi come fanno gli uccelli per istinto, noi lo stavamo facendo per passione. Stavamo facendo l’amore ballando, i nostri occhi si penetravano fino ad arrivare all’ anima e il nostro cuore batteva all’unisono, la pelle trasudava calore e sudore, le gambe rispondevano indipendenti, la musica scandiva il tempo con Te quiero la rumba dell’amore.

Questa volta il destino aveva scritto bene le sue pagine, ancora non sapevo cosa sarebbe successo, ma quel momento, anche solo quel momento era un marchio indelebile nella mia anima.

Inutile dire che il destino non si può sfidare e cosi come nella leggenda del filo rosso, che lega le anime gemelle destinate ad incontrarsi in maniera indissolubile, nonostante possano esserci differenze, di età, di ceto sociale, di luogo di nascita, un filo invisibile anche molto lungo le unisce,  può aggrovigliarsi, annodarsi, percorrere tante strade, ma se due anime sono destinate a congiungersi comunque lo faranno in un modo o nell’altro e quando ogni groviglio sarà sciolto nessuno ostacolo potrà impedire le due anime di stare insieme e il legame diventerà sempre più forte, più vivo, più autentico e durerà per sempre.

Ti guardo accarezzo i tuoi capelli, e ripenso a quante cose ho dovuto affrontare da quella magica sera, il mio battito continua a seguire il tuo, sono passati 25 anni eppure sembra ieri, riesci a leggere i miei pensieri e mi sorridi, il tuo sorriso mi procura ancora brividi dentro:

Ho seguito il destino, ho abbandonato una vita che non era la mia e ho sciolto tutti i nodi del filo che mi portava a te, ho lottato, ho creduto, ho pianto, ma mai un dubbio ha attraversato la mia mente. Eri tu la mia essenza vitale.

Mi prendi la mano, mi guardi come solo tu sai fare, oltre giù in fondo fino all’anima, accendi il pc e metti una musica, no non è una rumba la nostra, ma un pezzo di Rino Gaetano a mano a mano e mi inviti a te, chiudo gli occhi solo un attimo e rivedo la sala, gli specchi, la tua presenza, riapro gli occhi no, non sto sognando sei qui davanti a me, ed io mi avvolgo nel tuo abbraccio per iniziare il nostro ballo proibito, quello che non è mai finito, e nonostante il tempo abbia segnato qualche ruga, io ti rivedo come allora e come allora inizio a fare l’amore con te con la stessa passione che rossa come il filo che ci unisce non sbiadirà mai.

Il nostro passo a due, oltre l’infinito, un amore senza fine.

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4 pensieri su “…quando il ballo compie il miracolo dell’amore PASSO A DUE…una storia vera

      1. io ho lasciato il tango 10 anni fa, esattamente in questa settimana. Troppo complicato spiegare il perche’. Quando per caso ascolto alcune note di Piazzolla o di autori di tango classico, mi sento rinascere o meglio risorgere! W la danza, qualunque genere essa sia.

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