Epoca di selfie, tecnologia, social condivisioni, pensieri che viaggiano alla velocità della luce condivisi da persone che seguono un gregge di povere pecore senza più avere la capacità di connettere il loro di cervello. Selfie nei bagni, che dovrebbero raccontare una storia tipo “Le mie prigioni” di Silvio Pellico ma che in realtà offrono solo un panorama squallido e filtrato della vita del nulla.
Eppure tutti viviamo sui social e mi ci metto pure io che con i social ci lavoro. Il fatto e che non esiste un colloquio preliminare per accedervi quindi tutti e dico tutti, possono usufruire del mezzo a scopo benefico, sociale, di intrattenimento, svago, lavoro e poi ci sono loro i geni della trottola quelli ai quali il cervello è stato posizionato a caso in un cranio, anche largo secondo me, che ballonzola inutilmente, ma che proprio per la sua instabilità, crea dei danni ,la maggior parte delle volte irreparabili. Peggio di lui stanno i seguaci ai quali il cervello proprio non è stato nemmeno accennato.
Esiste un età considerata estremamente fragile, un età in cui si passa dall’infanzia all’adolescenza, un età, dove quelli che mai erano stati difetti, diventano pesi ingombranti e scomodi. Alcuni adolescenti superano questo stadio con estrema facilità, molto probabilmente perchè caratterialmente forti e dotati di autostima, supportati anche da famiglie che instaurano rapporti di comunicazione e aggregazione. Altri estremamente fragili, subiscono interiormente, fino ad una fase di rottura interiore, dalla quale o ne escono supportati, o inevitabilmente entrano in un tunnel, dal quale, chiusi a riccio, non riescono più a vedere non solo l’uscita, ma neanche se stessi. Seguire le mode, essere magri, spiritosi, stupidi, anche a volte, vivere di superbia e arroganza, pare siano le componenti basiche per poter sopravvivere in un mondo di mini bulli alias cretini matricolati…come si usava dire ai miei tempi.
I danni di questa follia li leggiamo ogni giorno, purtroppo nella cronaca, e diventano devastanti se questi ragazzi non vengono tutelati neanche nei posti dove passano la maggior parte del loro tempo e cioè a scuola. Anoressia, bulimia, tagli, crisi di ansia e panico, devastazioni fisiche, autismo volontario ecc,ecc…
Ora io mi chiedo in questa era dove siamo arrivati a prevenire e sconfiggere malattie come il cancro, dove persone lottano ogni giorno, non contro fantasmi e fantasie, ma contro realtà devastanti. Perchè?
Morire a 15 anni per bullismo è uno spaccato di vera indignazione e vomitevole rabbia alla quale non riesco ad esimermi.
Non si può far finta di nulla , pensando che il bullismo oggi fà più vittime del cancro e che non esista una cura per fermarlo. Genitori attenti ad ogni segnale anche piccolo potrebbe essere l’inizio di un grande immenso problema, perchè a quell’età non si capisce la differenza tra essere e poter essere.