L’unico motivo per cui decisi di chiudere quella finestra e riprendermi in mano la vita fu il pensiero fisso e costante di credere che nell’avversità del momento, che mi aveva travolto e sconvolto la vita, ci fosse un sogno che nessuno poteva permettersi di infrangere.
Dietro l’infausta sentenza, di una vita mai più normale, di rinunce, di possibili e travagliate situazioni fisiche incombenti, di anormalità e sofferenze, di sconvolgimento totale di un’esistenza, che fino a quel momento era stata spensierata ed idonea a una ragazza di vent’anni, c’era una determinata e inviolabile certezza, a tutto avrei potuto rinunciare ma non ad essere madre.
Tutte le difficoltà che sopraggiunsero furono colpi di lancia infuocati, che pian piano presero possesso del mio corpo, che giorno dopo giorno veniva dilaniato e plasmato nella volontà di una malattia che era un’incognita quotidiana e non dava modo di capire dove essa depositava con malignità la sua presenza.
Vagava all’interno delle mie vene, nel mio sangue, distruggendosi autonomamente in una lotta interiore con sé stesso, un’autoimmunità cieca e crudele che agiva come una furia ribelle senza risparmiare colpi, trasformandomi in ciò che voleva lei “la Bestia” Anni di paure e lotte, mai una resa, pezzi che volavano via e soglie del dolore che aumentavano per sopravvivere e un pensiero costante e fisso occupava la mia mente creando un unico punto debole, il mio tallone d’Achille ma nello stesso tempo il carburante che mi impediva di fermare la corsa folle verso ciò che mi impediva di morire dentro.
Disposta a tutto e consapevole di tutti i rischi, sicura di non arrecarne e prostrata all’incognita malevolenza del male che si era impossessato della mia linfa vitale, sferrai un colpo da maestra al fianco della bestia sottoponendomi a una chemioterapia che lo portò a una latente resa temporale che mi permise di prendere tempo, rendendolo innocuo e dormiente, così da poter agire di soppiatto nel mio obiettivo. Un piccolo fagiolino cresceva dentro di me. Il sogno stava diventando realtà e con esso aumentarono la forza e la determinazione di portare fino in fondo il progetto di vita, la Tua,
Nove mesi in cui lo spazio tempo non ebbe misura, dove tutto venne cancellato e superato dalla positività che avvolgeva come un manto di speranza il cuore e l’anima, dove quel legame che ogni giorno maturava nel ventre faceva da scudo ad ogni avversità, ad ogni tentativo anche minimo di turbare quel miracolo della natura e della volontà che cresceva attaccato con tutte le sue forze dentro la tana, che con amore proteggeva una vita che sarebbe poi stata la mia salvezza per tutti gli anni che mi aspettavano su questa terra,
Sapevo che il momento peggiore sarebbe stato dopo il parto, cesareo naturalmente e di ciò non mi importava nulla, sapevo che non correvi rischi ed eri sano, sapevo altresì che avrei potuto avere delle conseguenze, che la bestia avrebbe potuto volersi vendicare e risvegliarsi arrabbiata colpendomi in un momento di fragilità reclamando l’attenzione su qualche parte del mio corpo e chiedendo il pagamento della sua benevolenza momentanea,
Di fronte alle tue manine, al tuo viso, ai tuoi piccoli piedini, ai tuoi sorrisi e i tuoi pianti affamati, alle tue guance rosa e al tuo profumo di buono, la paura non ebbe il sopravvento e la forza creò uno scudo emotivo talmente inviolabile che la bestia si arrese a tanto amore e rimase dormiente nel suo angolo buio fermando il tempo della vendetta.
Sono passati 23 anni, lo scudo ha ceduto diverse volte, ho dovuto lottare, lasciare pezzi di me per strada, superare ostacoli fisici ed emotivi, cadere e rialzarmi, piangere e gioire ogni giorno della mia vita senza sapere se fosse l’ultimo ma ci sei tu amore mio, la mia forza e la mia medicina.
Non ho avuto il coraggio di ritentare e darti un fratello, sfidare la bestia è un atto di coraggio che merita anche una riflessione altruistica e responsabile. Ho vinto una battaglia ma potevo perdere la guerra e tu avevi bisogno di me come io oggi ho bisogno di te,
Tu sei il mio tutto, colui che mi fa alzare al mattino nonostante i dolori, tu che fai splendere le giornate uggiose e di sconforto, tu che mi dai ossigeno per respirare la vita che volevano rubarmi, tu sei l’universo in cui navigo sicura, tu sei il riflesso di ciò che io non ho potuto essere e tu sei l’eroe che ha sconfitto la bestia e che ogni giorno mi proteggi da lei.
La mia vita ha senso solo perché oggi tu sei il senso della mia vita, ed è per questo che ogni volta che ti guardo ho la certezza che i miracoli esistono, esistono davvero.