L’elaborazione del lutto e le ripercussioni sul sistema immunitario

Il lutto è al primo posto nelle cause che condizionano e scatenano il sistema immunitario, questo perché oltre alla difficoltà mentale della perdita esiste la difficoltà fisica di reggere una variazione così improvvisa e in un certo qual senso dolorosa. Il dolore deriva soprattutto dalla consapevolezza che qualcosa cambia nella routine alla quale, anche se con molte difficoltà, si riesce a dominare. La perdita viene associata al fatto di non poter avere più in maniera tangibile e tattile la presenza della persona che viene a mancare. Nella razionalità del pensiero dovremmo tutti considerare il fattore della perdita in quanto essa fa parte del cerchio della vita ma, essendo l’uomo un essere dotato di emozioni, non potrà mai accettare su se stesso questo processo mentale compiendo una scissione emotivo-mentale-fisica

Il lutto ha nell’immediato un impatto fisiologico devastante, poiché essendo composto da mente e anima inevitabilmente colpisce il corpo e questo crea dei danni principalmente al sistema immunologico che agisce a seconda degli stimoli che percepisce da fattori esterni ed interni alla persona. In questo specifico caso i primi segnali partono dalla testa che essendo impegnata nel dolore, non produce più le sostanze necessarie per tenerlo a bada. Nelle persone “sane” l’effetto provoca uno stato di frustrazione e di malessere generale, nelle persone immunodepresse il rischio è che si scateni la malattia poiché essa si  nutre principalmente della debolezza e della incuranza della persona. Inoltre nei soggetti che non sanno di avere una predisposizione per malattia autoimmune potrebbe essere la causa scatenante introducendo il soggetto in un percorso a lui sconosciuto con conseguenze negative nel già complesso stato di frustrazione psicologica.

Non esiste un manuale per l’elaborazione del lutto, esso è molto soggettivo con delle variabili di resilienza che dipendono molto dalle situazioni che circondano il soggetto in essere. Dopo il primo momento di sconforto e dolore, subentra purtroppo la parte più difficile “l’assenza”.
Essa viene rimembrata costantemente dal cervello quasi a martellamento costante, con l’aggravante dei ricordi, degli oggetti, del profumo e di ogni cosa che porta la mente a infliggere piccole scaglie di dolore nell’anima, unica parte non controllabile dell’essere umano.

Il sistema immunitario recepisce ogni emozione, dalla fatica al dolore, dalla tristezza alla violenza fisica nel non potersi prendere cura dello stesso, tutto questo inficia il suo vero ruolo di dominatore in chi già soffre di patologie legate appunto al sistema immunitario (artrite reumatoide, lupus, morbo di crohn, sjogren, e molte altre).

E’ pressoché inevitabile che prima o poi ci si trovi di fronte a questa realtà non vivendo nell’immortalità quindi superando il primo difficile momento e realizzando che la vita deve andare avanti con o senza quella persona (anche se detto così sembra alquanto cruento) inizia la ricerca dell’essenza ovvero quella forza che chi ci ha lasciato ha determinato il nostro modus operandi e la nostra quotidianità. Il ripristino delle normali funzioni, della cura di se stessi e della concentrazione nella ricerca di piccoli particolari da alla nostra mente quel respiro necessario per renderci conto che nonostante tutto dobbiamo andare avanti e non soltanto per noi stessi ma anche per chi non è più accanto a noi.

Una domanda importante è “cosa avrebbe voluto da noi” ecco questa domanda così dolente perché richiama l’assenza è invece determinante per affrontare il primo scalino della resilienza e forse anche il metodo più semplice per accennare un sorriso che vale per il nostro sistema immunitario più di ogni medicina al mondo. Patty 5

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